Il SERESMI (Servizio Regionale di Sorveglianza Malattie Infettive) del Lazio ha comunicato di aver ricevuto finora 27 notifiche di casi di Chikungunya. Sono quindi 10 i nuovi casi da aggiungersi a quelli già riscontrati fino alla giornata di mercoledì, anche se, rispetto ai precedenti riscontrati a Roma e Latina, questi riguardano i residenti della città di Anzio o persone che vi hanno soggiornato.
Un numero che purtroppo è destinato a salire, visto che le attuali condizioni ambientali nel Lazio rimarranno grosso modo le stesse durante le prossime settimane. La pensa così anche il Centro Europeo di Controllo delle Malattie (Ecdc), che in un documento ritiene come “molto probabile” l’ipotesi che a Roma si verifichino nuovi casi di Chikungunya. Secondo gli esperti europei, considerando che il primo contagio potrebbe essere avvenuto addirittura a metà luglio, che i casi sono riportati provengono da aree separate e che diversi casi asintomatici sono sotto indagine, la trasmissione locale della malattia sarebbe molto efficace. Per questo, sempre secondo il parere dell’Ecdc, gli altri Stati europei dovrebbero “prendere in considerazione la possibilità di segnalare qualsiasi caso confermato di Chikungunya fra chi ha viaggiato in Italia nelle due settimane precedenti l’inizio dei sintomi”.
Una crisi pronta a scoppiare, che nel frattempo ha già mandato nel panico il circuito delle donazioni di sangue, sospese in molti centri della regione per via del rischio Chikungunya. Una misura di sicurezza che, si stima, comporterà 200-250 sacche di sangue in meno nei prossimi giorni. Il Presidente della Regione Lazio Zingaretti, però, rassicura tutti rendendo noto che “Il Centro nazionale sangue ha garantito la fornitura per coprire quello che ci sarà in meno, inevitabilmente, a seguito di questo blocco. Quindi non ci saranno problemi per la rete sanitaria”.
E infatti il Centro Nazionale Sangue ha inviato alle Regioni una circolare nella quale invita “Tutti i responsabili delle Src (le strutture regionali di coordinamento, ndr) ad attivare la compensazione interregionale secondo le indicazioni e i criteri stabiliti dal ‘Piano strategico nazionale per le maxiemergenze’, configurandosi le ricadute dell’evento epidemico sul sistema sangue laziale alla stregua di una maxiemergenza”.