Non ce l’ha fatto il 78enne di Pieve di Cento (provincia di Bologna) che è stato colpito dalla malattia del Nilo Occidentale, meglio conosciuta come West Nile Virus. Dopo una lunga lotta, iniziata addirittura l’11 agosto scorso, l’anziano si è spento nella clinica Corrado Gamberini di Cona.
La malattia viene trasmessa dalla zanzara Culex, la specie più comune in Italia, e nella maggior parte dei casi risulta asintomatica. In circa il 20% delle persone, invece, la Febbre del Nilo Occidentale mostra sintomi comuni alla classica influenza, con aumento della temperatura, nausea e vomito.
La famiglia della vittima si chiede perché mai la Asl non abbia preso immediati provvedimenti, organizzando una tempestiva disinfestazione nell’area di residenza del malato (un protocollo di sicurezza che abbiamo visto scattare puntualmente nei casi che si sono registrati quest’estate in Italia, come ad esempio a Reggio Emilia). Una delle figlie riferisce “Non ha fatto altri viaggi o altri giri. Quindi come abbiamo riferito ai dottori può essere accaduto solo qui, a Pieve. I medici ci hanno detto che l’Emilia Romagna è ovunque, qualche zona di più, qualche altra di meno, un bacino di diffusione. Non capisco perché l’Asl e le istituzioni non si facciano promotori di una campagna di sensibilizzazione e di informazione su come prevenire il virus West Nile. La gente deve essere consapevole della sua esistenza e di come difendersi“.
Una triste pagina nel libro della lotta alle zanzare, dovuta anche alla scarsa informazione e prontezza da parte dell’Amministrazione locale, con l’aggravante di chi sa bene di trovarsi in un territorio in cui le zanzare trovano il loro habitat ideale e quindi proliferano.
Ricordiamo che, a proposito di West Nile Virus, le zanzare trovano negli uccelli una riserva naturale da cui attingere. La malattia è diffusa in Europa, Africa, Asia Occidentale, Australia e America e oltre all’uomo può colpire anche gli animali, soprattutto i cavalli. Generalmente il suo decorso è positivo, ma negli individui immunodepressi e negli anziani la febbre del Nilo Occidentale può avere conseguenze anche gravi. La terapia consiste nel trattamento dei sintomi.